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deve perdonare una donna che sbaglia, ma non avevo detto di poterla perdonare io. Io non posso.»   
   «Ma vi sembra che si possa fare un paragone?...» disse Pierre.   
   Il principe Andrej lo interruppe.   
   «Dovrei chiedere di nuovo la sua mano, essere magnanimo o qualcosa del genere?...» si mise a gridare con asprezza. «Sì, è molto nobile, ma io non sono capace di andare sur les brises de Monsieur. Se vuoi essermi amico, non parlarmi mai più... di tutto questo. Addio, dunque. E, ti prego, consegnale...»   
   Pierre uscì e andò dal vecchio principe e dalla principessina Mar'ja.   
   Il vecchio sembrava più animato del solito. La principessina Marja era come sempre, ma Pierre notò che, pur fingendo di partecipare al dolore del fratello, era contenta che il suo matrimonio fosse andato a monte. Guardandoli, Pierre comprese quanto disprezzo e quanto rancore provassero nei confronti dei Rostov; capì che in loro presenza non si poteva nemmeno nominare colei che aveva potuto sostituire il principe Andrej con un altro.   
   A pranzo il discorso cadde sulla guerra, che ormai chiaramente si stava avvicinando. Il principe Andrej parlava e discuteva senza posa ora col padre, ora con Dessalles - il precettore svizzero - e sembrava più animato del solito, di quell'animazione di cui Pierre conosceva così bene la causa mortale.   
   

   Capitolo XXII   

   
   Quella sera stessa Pierre si recò dai Rostov per eseguire la sua commissione. Nataša era a letto, il conte era al club e Pierre, consegnate

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