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comandante in capo, purché autonomo e libero di agire, sarebbe stato preferibile del più esperto e agguerrito condottiero, ma vincolato dalla presenza delle autorità imperiali.   
   Mentre il principe Andrej se ne stava senza precisi incarichi al campo sulla Drissa, il segretario di stato Šiškov, uno dei più autorevoli esponenti di quest'ultimo partito, scrisse all'imperatore una lettera che Balašëv e Arakèeev accettarono di firmare. In questa missiva, valendosi dell'autorizzazione accordatagli dal sovrano di esprimere giudizi sull'andamento generale delle cose, in forma molto ossequiosa, e col pretesto della necessità che il sovrano suscitasse nella capitale l'entusiasmo popolare per la guerra, Šiškov gli proponeva di lasciare l'esercito.   
   E così all'imperatore venne presentata, ed egli l'accettò come un pretesto per lasciare l'esercito, l'esigenza di suscitare l'entusiasmo del popolo per la guerra e di far appello ad esso per difendere la patria, quello stesso entusiasmo del popolo (per quanto esso venne promosso dalla presenza personale del sovrano a Mosca), che fu in realtà la causa principale del trionfo della Russia.   
   

   Capitolo X   

   
   Questa lettera non era stata ancora consegnata all'imperatore, quando Barclay, a pranzo, riferì a Bolkonskij che l'imperatore avrebbe gradito di incontrarsi personalmente col principe Andrej per avere da lui informazioni sul fronte turco, e che pertanto il principe Andrej doveva presentarsi alle sei di sera all'alloggiamento di Bennigsen.   
   Quel giorno stesso era giunta al quartier generale imperiale la notizia

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