Indice   [800x750]    Website Info


   «Perché? Via, dovete dirmelo,» prese a dire Nataša con decisione: ma all'improvviso tacque.   
   Tutt'e due si guardarono sgomenti e spauriti. Egli tentò di sorridere, ma non poté: il suo sorriso tradiva la sofferenza. Le baciò la mano in silenzio e uscì.   
   Solo con se stesso, Pierre decise di non andare più in casa Rostov.   
   

   Capitolo XXI   

   
   Dopo il reciso rifiuto che gli era stato opposto, Petja se ne andò nella sua stanza; e qui, dopo aver chiuso la porta a chiave, pianse amaramente. Tutti fecero finta di niente quando, all'ora del tè, si presentò taciturno e cupo, gli occhi rossi di pianto.   
   Il giorno dopo arrivò l'imperatore. Alcuni servitori dei Rostov chiesero il permesso di andare a vedere lo zar. Quel mattino Petja impiegò molto tempo per vestirsi, pettinarsi e accomodarsi il colletto come i grandi. Faceva smorfie davanti allo specchio, gestiva, si stringeva nelle spalle. Alla fine, senza dirlo a nessuno, si mise il berretto e sgattaiolò fuori di casa dall'ingresso di servizio cercando di non farsi notare. Aveva deciso di recarsi direttamente là ove si trovava l'imperatore e dichiarare apertamente a qualche ciambellano (Petja non dubitava che il sovrano fosse sempre circondato da ciambellani) che lui, il conte Rostov, nonostante fosse tanto giovane, desiderava servire la patria, poiché infatti l'estrema giovinezza non poteva costituire un ostacolo alla devozione al sovrano, e lui era pronto a... Mentre si preparava, Petja aveva mentalmente elaborato molte bellissime frasi da dire al ciambellano.   

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti