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momento?»   
   «È nel portafoglio a mosaico che tiene sotto il cuscino. Adesso so,» disse la principessina senza rispondere. «Sì, se io ho un peccato, un grande peccato, è l'odio che provo per quella donna infame,» gridò la principessa, alterandosi in volto. «E perché s'intrufola qui? Ma le dirò io quello che si merita. Verrà il momento, verrà!»   
   

   Capitolo XXII

   
   Mentre nella stanza di ricevimento e nell'alloggio avevano luogo queste conversazioni, la carrozza che recava Pierre (che era stato convocato) e con Anna Michajlovna (che aveva trovato indispensabile accompagnarlo) entrava nel cortile del conte Bezuchov. Quando le ruote della carrozza rullarono silenziosamente sulla paglia che era stata cosparsa sotto le finestre, Anna Michajlovna, rivolgendosi al suo compagno con qualche parola di consolazione, si accorse che lui dormiva in un angolo della carrozza e lo svegliò. Destatosi, Pierre uscì dalla carrozza seguendo Anna Michajlovna e soltanto a questo punto prese a pensare all'incontro che lo aspettava con il padre morente. Notò che la carrozza non si era fermata all'ingresso padronale, ma davanti all'entrata posteriore. Nel momento in cui scendeva posando il piede sul predellino, due uomini vestiti da mešèanin si ritrassero in fretta dall'entrata nell'ombra del muro. Fermatosi, Pierre distinse nell'ombra della casa, da tutt'e due le parti, altre persone della stessa apparenza. Ma né Anna Michajlovna, né il servitore, né il cocchiere, i quali di certo vedevano anche loro quegli uomini, rivolsero ad essi l'attenzione. Si vede che deve essere così, decise fra sé Pierre, e seguì Anna Michajlovna, la quale cominciò a salire

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