Andrej.
«Ah!» esclamò Pierre, sorpreso, guardandolo da sopra gli occhiali. «Be', che cosa ne dite della nomina di Kutuzov?» domandò.
«Fui lietissimo di questa nomina, ecco tutto quello che so,» disse il principe Andrej.
«Bene, e ditemi, qual è la vostra opinione a proposito di Barclay de Tolly? A Mosca Dio sa che cosa han detto sul suo conto. Voi come lo giudicate?»
«Domandalo a loro,» disse il principe Andrej, indicando gli ufficiali.
Pierre guardò Timochin con quel sorriso condiscendente e interrogativo con cui tutti sempre gli si rivolgevano.
«Abbiamo visto la luce, eccellenza, non appena ha preso il comando Sua Eccellenza Serenissima,» disse Timochin timidamente, voltandosi di continuo a guardare il suo comandante.
«E come mai?» domandò Pierre.
«Ma ecco, vi dirò, se non fosse per altro, per la legna o il foraggio. Quando ci siamo ritirati da Swieciany, guai a toccare un ramoscello secco o del fieno o quel che volete. Eppure ci si ritirava, tutto restava a lui, non è così, Vostra Eccellenza?» qui si rivolse al suo principe, «e invece, no, guai! Nel nostro reggimento hanno processato due ufficiali per faccende del genere. Be', appena Sua Eccellenza Serenissima ha preso il comando, tutto è diventato semplice. La luce abbiamo visto...»
«E perché allora proibiva?»
Timochin si guardò intorno, confuso, senza capire come e che cosa potesse rispondere a una domanda del genere. Pierre rivolse allora la stessa domanda al principe Andrej.
«Per non devastare il territorio che abbandonavamo al nemico,» disse