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per quelle notizie, come se non avesse ascoltato e, continuando a vestissi camminando su e giù, per tre volte lo interruppe bruscamente. A un certo punto prese addirittura a gridare:   
   «Il bianco! Il bianco!»   
   Ciò significava che Tichon non gli aveva dato il gilet che lui voleva. La seconda volta si fermò e domandò:   
   «Partorirà presto?» E, dopo aver scosso la testa in segno di rimprovero, disse: «Male! Continua, continua.»   
   La terza volta, mentre il principe Andrej stava ultimando la sua descrizione, il vecchio si mise a cantare con voce stonata e senile: «Malbroug s'en va-t-en guerre, Dieu sait quand reviendra.»   
   Anche il figlio sorrise. «Non dico che si tratti di un piano che riscuota la mia approvazione,» disse il principe Andrej, «vi ho semplicemente raccontato come stanno le cose. Napoleone ha già elaborato un suo piano non peggiore di questo.»   
   «Be', non mi hai raccontato niente di nuovo.» E il vecchio proferì fra sé in modo pensieroso e precipitoso: «Dieu sait quand reviendra. Va' in sala da pranzo.»   
   

   Capitolo XXVII   

   
   All'ora stabilita, incipriato e sbarbato, il principe entrò in sala da pranzo dove lo attendevano la nuora, la principessina Mar'ja, M.lle Bourienne e il suo architetto, che lui ammetteva a tavola per uno strano capriccio, sebbene per la sua condizione sociale quell'uomo insignificante non potesse in alcun modo contare su un tale onore. Il principe, che nella vita si atteneva rigorosamente alla distinzione dei ceti e di rado

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