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cosa che aveva perduto i francesi: il bottino sul quale, sia a Tarutino che qui, i cosacchi si buttarono, lasciando perdere gli uomini. Essi si gettarono sul bottino senza badare a Napoleone, e Napoleone riuscì a cavarsela.   
   Se era successo che per poco les enfants du Don catturassero l'imperatore in persona al centro del suo esercito, era chiaro che ormai non c'era nulla da fare fuorché fuggire il più rapidamente possibile per la via più vicina e nota. Napoleone, che con la sua pancetta di quarantenne non sentiva più in sé l'agilità e l'audacia di una volta, capì quell'allusione. E sotto l'influsso della paura che gli avevano fatto i cosacchi, fu subito d'accordo con Mouton e, come dicono gli storici, diede l'ordine della ritirata sulla strada di Smolensk.   
   Il fatto che Napoleone fosse d'accordo con Mouton e che le sue truppe si siano ritirate, non dimostra che sia stato lui a dare quest'ordine, ma che le forze che agivano su tutto l'esercito indirizzandolo sulla strada di Možajsk, agivano nello stesso tempo anche su Napoleone.   
   

   Capitolo XIX   

   
   Quando un uomo si trova in movimento, si inventa sempre uno scopo per quel movimento. Per percorrere mille verste, un uomo ha bisogno di pensare che al di là di quelle mille verste ci sia qualcosa di buono. Ha bisogno di credere in una terra promessa per avere la forza di muoversi.   
   Durante l'avanzata, la terra promessa dei francesi era Mosca, durante la ritirata era la patria. Ma la patria era troppo lontana e per un uomo che si accinge a un viaggio di mille verste è assolutamente necessario potersi dire, dimenticando la meta finale: «oggi, dopo quaranta verste di

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