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Karp e Vlas, che dopo la partenza dei francesi si precipitarono a Mosca con i loro carri per saccheggiare la città e in generale non palesarono certo sentimenti eroici, e tutta una sconfinata moltitudine di contadini come loro, non portarono il loro fieno a Mosca nonostante i buoni prezzi loro offerti, ma gli diedero fuoco.   
   Immaginiamoci due uomini che si affrontano a duello con la spada, secondo le regole dell'arte della scherma: la scherma si protrae per un certo periodo di tempo, quando ad un tratto uno dei contendenti, sentendosi ferito e comprendendo che non si tratta di uno scherzo ma che è in gioco la sua vita, getta la spada e, afferrato il primo randello che gli capita sotto mano, incomincia a mulinarlo. Ma immaginiamo anche che il contendente il quale ha così ragionevolmente adoperato il mezzo migliore e più semplice per raggiungere lo scopo, ispirandosi alle tradizioni della cavalleria, voglia però nascondere la sostanza dei fatti e insista a dire d'aver vinto alla spada secondo tutte le regole di quest'arte. Si può immaginare quale confusione e oscurità deriverebbero da una simile descrizione del duello svoltosi.   
   Lo schermitore che pretendeva una lotta secondo le regole dell'arte rappresenta i francesi; il suo avversario, che getta la spada e impugna il randello, sono i russi; gli uomini che si sforzano di spiegare tutto secondo le regole della scherma sono gli storici che hanno scritto di questi avvenimenti.   
   Dal momento dell'incendio di Smolensk ebbe inizio una guerra che non rientra in nessuna tradizione precedente. L'incendio delle città e dei villaggi, la ritirata dopo le battaglie, il colpo di Borodino e di nuovo la ritirata, l'incendio di Mosca, la caccia ai saccheggiatori, l'intercettazione dei convogli, la guerra partigiana sono altrettante

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