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banda aveva seguito il movimento dei francesi senza attaccarli. Bisognava lasciarli arrivare tranquillamente a Šamševo senza metterli in sospetto e lě, unendosi a Dolochov che a sera doveva arrivare, per concertare l'azione, al posto di guardia (a un miglio da Šamševo), piombargli addosso all'alba da due parti, come una valanga, e sgominarli e catturarli tutti in un sol colpo.   
   Indietro, a due miglia da Mikulino, dove il bosco si avvicinava decisamente alla strada, erano stati lasciati sei cosacchi che dovevano avvisare immediatamente se fossero apparse nuove colonne di francesi.   
   Parimenti, Dolochov doveva esplorare la strada davanti a Šamševo per sapere a quale distanza si trovassero altre truppe francesi. Si calcolava che al convoglio fossero addetti millecinquecento uomini. Denisov aveva duecento uomini, e altrettanti Dolochov. Ma la superioritŕ numerica non faceva esitare Denisov. L'unica cosa che gli restava da sapere era di che genere di truppe si trattasse e per questo aveva bisogno di catturare una lingua (cioč un uomo della colonna nemica). L'assalto mattutino ai furgoni era avvenuto cosě in fretta che tutti i francesi addetti ai furgoni erano stati massacrati; era stato preso vivo solamente un tamburino, un ragazzo sbandato che non aveva potuto dir nulla di utile sul genere di truppe che formavano la colonna.   
   Denisov riteneva pericoloso attaccare un'altra volta per non mettere in allarme tutta la colonna. Mandň perciň avanti, a Šamševo, Tichon Ščerbatov, un contadino che faceva parte della sua banda, perché cercasse di catturare almeno uno dei francesi addetti alla fureria che procedevano in testa alla colonna.   
   

   Capitolo IV   


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