inoltre, malcontento com'era, si interessava molto di quanto succedeva a Pietroburgo, incitava continuamente Pierre a raccontare ora di un episodio appena successo nel reggimento Semënovskij, ora di Arakèeev, ora della Società Biblica. Pierre certe volte si lasciava trascinare e incominciava a raccontare, ma ogni volta Nikolaj e Nataša si premuravano di riportarlo alla salute del principe Ivan e della contessa Mar'ja Antonovna.
«E allova, tutte quelle pazzie, Gossnev e la Tatavinova,» domandò Denisov, «possibile che duvino ancova?»
«Se continua?» esclamò Pierre. «Più forte che mai. La Società Biblica adesso è tutto il governo.»
«Come sarebbe a dire, mon cher ami?» domandò la contessa, che aveva finito di bere il suo tè ed evidentemente desiderava trovare un pretesto per irritarsi dopo l'ingestione di un po' di cibo. «Che cosa dici... il governo? Non capisco.»
«Ma sì, sapete, maman,» si intromise Nikolaj che sapeva come bisognasse tradurre il fatto nel linguaggio della madre, «il principe Aleksandr Nikolaeviè Golicyn ha organizzato una società, e adesso, a quanto si dice, è molto in auge.»
«Arakèeev e Golicyn,» disse imprudentemente Pierre, «sono ormai tutto il governo. E che governo! Dovunque vedono congiure, hanno paura di tutto.»
«Ma come, e che colpa ha il principe Aleksandr Nikolaeviè? Un uomo così rispettabile. Lo incontravo sempre da Mar'ja Antonovna,» disse con tono offeso la contessa e ancor più offesa dal fatto che tutti tacevano, proseguì: «Oggi tutti si sono messi a giudicare. Una società evangelica, ebbene, che cosa c'è di male?» e si alzò (tutti si alzarono con lei) e con aria severa si avviò verso la stanza dei divani, al suo tavolo.