Indice   [800x750]    Website Info


   Capitolo V   

   
   La sera di quello stesso giorno nell'alloggio di Denisov si svolse un'animata discussione fra gli ufficiali dello squadrone.   
   «E io vi dico, Rostov, che bisogna scusarsi davanti al comandante del reggimento,» diceva, agitato e rosso come un papavero, un alto capitano in seconda con i capelli brizzolati, due enormi baffi e una faccia rugosa dai lineamenti pronunciati.   
   Il capitano in seconda Kirsten era stato degradato due volte a soldato semplice per questioni d'onore, e due volte s'era riguadagnato il grado.   
   «Io non permetto a nessuno di dirmi che mento!» gridò Rostov. «Lui mi ha detto che mentivo e io gli ho risposto che era lui che mentiva. Ed è così, infatti. Mi può mettere di servizio anche tutti i giorni, mi può anche mettere agli arresti, ma nessuno mi obbligherà a fare le scuse, perché se lui come comandante del reggimento ritiene indegno per sé darmi soddisfazione, allora...»   
   «Aspettate, mio caro, ascoltatemi,» lo interruppe il capitano in seconda con la sua voce di basso, lisciandosi tranquillamente i lunghi baffi. «Voi, al cospetto degli altri ufficiali, dichiarate al comandante del reggimento che un ufficiale ha rubato...»   
   «Non è colpa mia se la conversazione si è svolta davanti agli altri ufficiali. Forse non avrei dovuto parlare davanti a loro, ma io non sono un diplomatico. Proprio per questo sono entrato negli ussari, credevo che qui non fossero necessarie tante sottigliezze. Ma lui dice che mento... quindi deve darmi soddisfazione...»   
   «Va bene, va bene, nessuno pensa che voi siate un vigliacco. Ma non si tratta di questo. Domandate a Denisov se si è mai sentito dire che uno

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti