soldato.
«Per tutti,» aggiunse, parlando a un ufficiale che si era avvicinato. «Rimettetevi in salute, ragazzi,» disse, tornando a rivolgersi ai soldati, «c'è ancora molto da fare.»
«Ebbene, signor aiutante di campo, quali notizie?» domandò l'ufficiale che evidentemente desiderava attaccar discorso.
«Buone! Avanti,» gridò il principe Andrej al cocchiere, e ripartì al galoppo.
Era già buio quando il principe Andrej entrò in Brünn e si vide circondato dagli alti palazzi, dai lumi delle botteghe, delle finestre e dei lampioni, dalle belle carrozze che correvano rumorosamente sul selciato, da tutta quella particolare atmosfera della grande città animata che sempre affascina un soldato reduce dalla vita al campo. Nonostante il viaggio veloce e la notte insonne, avvicinandosi alla reggia imperiale il principe Andrej si sentiva ancor più elettrizzato del giorno prima. Solo gli occhi brillavano d'una luce febbrile e i suoi pensieri si avvicendavano con rapido ritmo e chiarezza straordinaria. Ripercorse di nuovo, velocemente, tutti i particolari della battaglia, non più in modo confuso, ma ordinati in un'esposizione concisa, che egli, nella sua immaginazione, già faceva all'imperatore Franz. Rapidamente s'immaginò anche le domande che avrebbero potuto essergli fatte e le risposte che lui avrebbe dato. Prevedeva che sarebbe stato subito ammesso alla presenza dell'imperatore. Invece, davanti all'ingresso principale della reggia, gli venne incontro un funzionario il quale, ravvisando in lui un corriere, lo accompagnò a un altro ingresso.
«Per il corridoio a destra; di là, Euer Hochgeboren; troverete l'aiutante di campo di servizio, che vi accompagnerà dal ministro della