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spontaneamente attraverso le linee anche ai francesi, dava l'impressione che a partire da questo momento si dovessero scaricare i fucili e far esplodere le cariche, per poi andarsene al più presto ciascuno a casa sua.   
   Ma i fucili restarono carichi, le feritoie delle trincee e delle case continuarono a guardare innanzi a sé minacciose come prima; e come prima i cannoni, tolti dal loro affusti, rimasero puntati gli uni contro gli altri.   
   

   Capitolo XVI   

   
   Percorso tutto lo schieramento dal fianco destro al sinistro, il principe Andrej salì alla batteria dalla quale, secondo l'affermazione dell'ufficiale di stato maggiore, si scorgeva tutto il campo. Qui egli smontò di cavallo e si avvicinò all'ultimo dei quattro cannoni levati dagli affusti. Davanti ai cannoni camminava avanti e indietro l'artigliere di guardia, il quale stava per fermarsi sull'attenti davanti all'ufficiale, ma invece, a un cenno di quest'ultimo, riprese il suo tedioso moto uniforme. Dietro i cannoni stavano gli avantreni, e ancor più indietro i pali ai quali erano legati i cavalli, e i falò degli artiglieri. A sinistra, non lontano dall'ultimo cannone, c'era una capanna nuova, fatta di rami intrecciati, dalla quale provenivano voci animate di ufficiali.   
   In effetti, dalla batteria lo sguardo spaziava su quasi tutto lo schieramento russo e su buona parte di quello nemico. Proprio di fronte alla batteria, sul profilo della collina antistante, si scorgeva il villaggio di Schöngraben; più a sinistra e più a destra si vedevano, in

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