presenza del diplomatico. Un altro gruppo sedeva al tavolo del tè. Pierre avrebbe voluto unirsi al primo, ma Anna Pavlovna, che era nello stato di eccitazione di un condottiero sul campo di battaglia quando vengono mille nuove idee brillanti ma si stenta a metterle in pratica, vedendo Pierre lo toccò sulla manica con un dito.
«Attendez, j'ai des vues sur vous pour ce soir!» Gettò un'occhiata a Hélène e le sorrise.
«Ma bonne Hélène, il faut que vous soyez charitable pour ma pauvre tante, qui a une adoration pour vous. Allez lui tenir compagnie pour dix minutes. E perché non abbiate ad annoiarvi troppo, eccovi il caro conte che non si rifiuterà di seguirvi.»
La bella si diresse verso la zietta, ma Pierre venne trattenuto ancora da Anna Pavlovna, che aveva l'aria di chi deve dare un'ultima disposizione.
«Non è affascinante, forse?» disse a Pierre, indicando quella maestosa beltà che si allontanava con mosse flessuose. «Et quelle tenue! E per una ragazza così giovane, che garbo, che nobiltà di tratto! Sono cose che vengono dal cuore! Fortunato l'uomo che la farà sua! Con lei anche il meno mondano dei mariti, senza volerlo si troverà ad occupare la più brillante posizione nel gran mondo. Non siete d'accordo? Volevo soltanto conoscere la vostra opinione.» E Anna Pavlovna lo lasciò libero.
Pierre era sincero rispondendo ad Anna Pavlovna che conveniva con lei circa il portamento e il tratto di Hélène. Se qualche volta gli accadeva di pensare ad Hélène, pensava appunto alla sua bellezza e a quella sua eccezionale, pacata tranquillità con la quale sapeva stare in società con dignitoso silenzio.
La zietta accolse nel suo angolo i due giovani; pareva voler nascondere