padrone e una padrona di casa. C'era, svolazzante come una piuma, strisciante il piede secondo tutte le regole, il bonario Jogel che riceveva fior di denari per le lezioni impartite ai suoi invitati. Inoltre, qui conveniva solo chi intendeva ballare e divertirsi come lo vogliono le ragazze di tredici e quattordici anni che per la prima volta indossano un abito lungo. Tutte, salvo rare eccezioni, erano o figuravano graziose, tanto brillavano i loro occhi e tanto entusiasta era il loro sorriso. Certe volte le allieve migliori ballavano perfino il pas de châle, e fra queste la migliore era Nataša, che si distingueva per la sua grazia; ma a quest'ultimo ballo danzarono soltanto écossaises, anglaises, e la mazurca, che proprio allora era venuta di moda. Jogel aveva preso in affitto il salone di casa Bezuchov e il ballo, per generale consenso, riuscě molto bene. C'erano molte ragazze graziose, e le Rostov erano fra le piů belle. Entrambe apparivano particolarmente felici e allegre. Quella sera Sonja, orgogliosa della domanda di matrimonio di Dolochov, del proprio rifiuto e della spiegazione che aveva avuto con Nikolaj, giŕ a casa aveva cominciato a far giravolte impedendo alla cameriera di finir di pettinare le sue trecce, e adesso appariva raggiante di impetuosa esultanza.
Nataša, non meno fiera di indossare per la prima volta un abito lungo e di partecipare a un vero ballo, era ancora piů felice. Tutt'e due erano vestite di mussola bianca con nastri rosa.
Nataša si era innamorata dal momento in cui aveva messo piede nella sala. Non era innamorata di nessuno in particolare, ma di tutti. Nell'attimo in cui guardava qualcuno, se ne sentiva innamorata.
«Ah, che bello!» diceva di continuo, correndo accanto a Sonja.
Nikolaj e Denisov passeggiavano per le sale osservando con aria