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stesso, mettete le catene ai vostri sensi e cercate la beatitudine non già nelle passioni, ma nel vostro cuore. La fonte della beatitudine non è fuori, ma dentro di noi...»   
   Pierre già sentiva in sé questa refrigerante fonte di beatitudine che adesso gli colmava l'anima di gioia e di tenerezza.   
   

   Capitolo IV   

   
   Poco dopo avanzò nella stanza buia, non più il retore di prima, ma il suo mallevadore Willarski, che Pierre riconobbe dalla voce. A nuove domande circa la fermezza del suo proposito Pierre rispose: «Sì, sì, sono d'accordo.» E con un sorriso raggiante infantile, con il grasso petto scoperto, procedendo a passi timidi e ineguali con un piede scalzo e l'altro calzato, si avvicinò alla spada di Willarski puntata contro il suo petto nudo. Dalla stanza lo condussero lungo certi corridoi, facendogli fare varie giravolte avanti e indietro, e infine lo accompagnarono alla porta della loggia. Willarski tossicchiò e gli venne risposto con i colpi massonici di martello. La porta si aprì davanti a loro. Una voce di basso (gli occhi di Pierre erano sempre bendati) gli fece varie domande: chi fosse, dove e quando fosse nato eccetera. Poi lo guidarono in qualche altro posto senza levargli la benda dagli occhi e, mentre Pierre camminava, gli parlarono sotto forma allegorica delle fatiche del suo viaggio, della santa amicizia, dell'Eterno Architetto dell'universo, del coraggio col quale avrebbe dovuto sopportare fatiche e pericoli. Durante questa peregrinazione Pierre notò che a volte lo chiamavano il cercatore, a volte il sofferente, a volte il postulante, e nel far questo battevano in modo diverso con i martelli e con le spade. Mentre lo guidavano verso

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