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trattava come un bambino. Il suo sorriso che gli rivolgeva era lo stesso che riservava a tutti, ma a volte a Pierre riusciva sgradevole vedere quel sorriso. Boris trattava Pierre con un rispetto particolare, dignitoso e triste. Anche questa sfumatura di rispetto inquietava Pierre. Egli aveva cosģ sofferto, tre anni prima, per l'offesa fattagli, che ora si sottraeva alla possibilitą stessa di un'offesa simile, anzitutto col non essere il marito di sua moglie, e poi col non permettersi di nutrire dei sospetti.   
   «No, adesso che č diventata una bas bleu, ha rinunciato per sempre ai divertimenti di una volta,» diceva a se stesso. «Non si č mai dato l'esempio di una bas bleu che avesse degli affari di cuore,» ripeteva a se stesso, credendo fermamente a questa regola presa chissą da dove. Ma, strana cosa, la presenza di Boris nel salotto della moglie (ed egli vi si trovava quasi in permanenza) produceva una sorta di effetto fisico su Pierre: gli legava le membra, distruggeva l'inconscia spontaneitą e la libertą dei suoi movimenti.   
   «Che strana antipatia,» pensava Pierre; «e pensare che prima mi piaceva tanto.»   
   Agli occhi del mondo Pierre era un gran signore, il marito un po' cieco e un po' ridicolo di una donna celebre, uno stravagante intelligente che non faceva nulla, ma nemmeno faceva del male a nessuno, un bravo e buon ragazzo. E, invece, nell'anima di Pierre in tutto questo periodo si andava operando un complesso e difficile lavorio di sviluppo interiore, che gli rivelava molte cose e lo portava a molti dubbi e a molte gioie spirituali.   
   

   Capitolo X   

   

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