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ora di prendere denaro in prestito dietro cambiali. Qualche giorno prima delle nozze, una mattina presto, Berg entrò nello studio del conte e, con un affabile sorriso, domandò al futuro suocero di dirgli che cosa avrebbe avuto in dote la contessina Vera. A questa domanda, che da un pezzo presentiva, il conte si confuse a tal punto che, senza riflettere, disse la prima cosa che gli venne in mente.   
   «Ho piacere che tu te ne sia dato pensiero; ho piacere, sarai contento...»   
   E, battendogli una mano sulla spalla, si alzò con l'intenzione di troncare la conversazione. Ma Berg, sempre con un sorriso affabile, spiegò che se lui non avesse saputo con certezza quanto avrebbe ricevuto Vera e non avesse avuto in anticipo almeno una parte di quanto le era stato assegnato, si sarebbe visto costretto a rinunciare.   
   «Perché vedete, conte, se io mi permettessi di sposarmi senza esser certo di avere i mezzi per mantenere mia moglie, agirei in modo davvero biasimevole...»   
   A conclusione del discorso il conte, volendo essere magnanimo e per evitare di venir sottoposto a nuove richieste, rispose che gli avrebbe dato una cambiale per ottantamila rubli. Berg allora sorrise con dolcezza, baciò il conte su una spalla e disse che gli era molto riconoscente, ma che non poteva assolutamente far fronte alle sue nuove condizioni di vita senza aver ricevuto trentamila rubli in contanti.   
   «Almeno ventimila, conte,» soggiunse, «e in tal caso la cambiale sarà soltanto di sessantamila.»   
   «Sì, sì, va bene,» disse il conte mangiandosi le unghie, «solo, c'è un solo punto, caro: ventimila te li darò in contanti, ma la cambiale sarà lo stesso di ottantamila rubli. Suvvia, dammi un bacio, ora.»   

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