il vostro caro fratello, così io domandavo perché dovesse morire Liza, quell'angelo che non soltanto non aveva mai fatto del male a persona alcuna, ma non aveva mai nutrito in cuor suo altro che pensieri benevoli. Ebbene, cara amica, da quel giorno sono trascorsi cinque anni, ed io con la mia debole mente comincio tuttavia a comprendere perché ella dovesse morire, e in qual modo questa morte sia stata la semplice espressione dell'infinita misericordia del Creatore, le cui opere, sebbene a noi non sia quasi mai concesso di comprenderle, non sono altro che la manifestazione dell'infinito amore che Lui porta alla Sua creazione. Mi accade spesso di pensare che lei fosse innocente, di un'innocenza troppo angelica per aver la forza di sopportare tutti i suoi doveri di madre. Adesso non soltanto ella ha lasciato in noi tutti, e soprattutto nel principe Andrej, il rimpianto e il ricordo più puro, ma lassù sono certa che starà godendo quel posto che io non oso sperare per me. Ma, per non parlare soltanto di lei, questa morte terribile e prematura ha avuto, malgrado tanto cordoglio, il più benefico influsso su di me e su mio fratello. Allora, nel momento della perdita, questi pensieri non potevano venirmi in mente; allora li avrei respinti con spavento. Adesso, invece, tutto ciò mi appare chiaro e fuori d'ogni dubbio. Scrivo questo a voi, cara amica, solo per meglio persuadervi della verità evangelica, che per me è diventata una regola di vita: non un capello cade dal capo senza il Suo volere; e il Suo volere è guidato dall'unico e sconfinato amore per noi, sicché tutto ciò che ci accade è per il nostro bene. Mi domandate se passeremo il prossimo inverno a Mosca. Nonostante il grande desiderio che ho di vedervi, non lo credo e nemmeno lo desidero. E voi vi stupirete di apprendere che la causa di tutto questo è Buonaparte. Ed ecco perché: la salute di mio padre va sensibilmente deteriorandosi; egli non può