Indice   [800x750]    Website Info


volte in punta di piedi alla porta della sua stanza e sentì che accendeva una pipa dopo l'altra.   
   Il giorno dopo il vecchio conte chiamò il figlio in disparte e con un timido sorriso gli disse:   
   «Credimi, caro, ti sei scaldato a torto! Miten'ka mi ha raccontato tutto.»   
   «Lo sapevo,» pensò Nikolaj, «che non mi sarei mai raccapezzato, in questo mondo di idioti.»   
   «Ti sei arrabbiato perché non aveva registrato quei settecento rubli. Ma li aveva registrati a riporto e tu non hai guardato l'altra pagina.»   
   «Papà, Miten'ka è un farabutto e un ladro, lo so benissimo. Ormai quel che ho fatto, ho fatto. Ma, se voi non volete, non gli dirò più nulla.»   
   «No, caro. (Anche il conte era turbato. Capiva di essere un pessimo amministratore della tenuta di sua moglie e di essere in colpa verso i figli, ma non sapeva come porvi rimedio.) Al contrario, ti prego di occuparti degli affari; io sono vecchio, io...»   
   «No, papà, perdonatemi se ho fatto qualcosa che vi dispiace; io ne so meno di voi.»   
   «Al diavoìo i contadini, i denari e i riporti sull'altra pagina,» pensava Nikolaj. «Si fosse almeno trattato di una puntata doppia al gioco, ci avrei capito qualcosa, ma di riporti sulle pagine non capisco nulla,» disse a se stesso; e da quel momento non si occupò più degli affari. Solo una volta la contessa chiamò a sé il figliolo: aveva una cambiale di Anna Michajlovna per duemila rubli e gli chiese come dovesse comportarsi.   
   «Ecco,» rispose Nikolaj, «voi mi avete detto che dipende da me. Io non amo né Anna Michajlovna né Boris, ma erano nostri amici e sono poveri. Dunque, facciamo così!» Strappò la cambiale, e con quel gesto fece

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti