per il tè in pelliccia corta e parrucca incipriata e, sollecitato da qualcuno, cominciava a parlare a scatti del passato o a trinciar giudizi ancor piú aspri sul presente, suscitava sempre nei suoi ospiti un identico sentimento di ossequioso rispetto. Per i visitatori quell'antica casa, con gli enormi trumeaux, con i mobili anteriori alla Rivoluzione francese, con i domestici anch'essi in parrucca incipriata e quel vecchio rappresentante del secolo passato, burbero e intelligente, con la sua timida figlia e la graziosa francesina che gli stavano vicino ascoltandolo con venerazione, rappresentava uno spettacolo maestoso e piacevole. Ma i visitatori non pensavano che, oltre a quelle due o tre ore durante le quali essi vedevano i padroni di casa, c'erano altre venti ore nella giornata durante le quali aveva corso la vita intima e privata della famiglia.
Negli ultimi tempi, a Mosca, questa vita era diventata assai pesante per la principessina Mar'ja. A Mosca ella era priva delle sue gioie migliori: le mancavano le conversazioni con i «servi di Dio» e l'isolamento che a Lysye Gory le erano di conforto, né traeva alcun vantaggio e alcuna gioia dalla vita di città. Non frequentava il bel mondo: tutti sapevano che suo padre non la lasciava uscire senza di lui e che lui non poteva andare in società a causa della salute, e ormai non la invitavano nemmeno più ai pranzi e alle serate. D'altra parte la principessa Mar'ja aveva ormai definitivamente rinunciato alla speranza di un matrimonio. Ella si accorgeva della freddezza e dell'avversione con la quale il principe Nikolaj Andrejè riceveva e congedava i possibili pretendenti che di tanto in tanto comparivano nella loro casa. Amici non ne aveva: durante quel soggiorno a Mosca le due persone che le erano più vicine l'avevano delusa; M.lle Bourienne, con la quale anche prima non era mai riuscita a confidarsi pienamente, adesso le era diventata antipatica