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del giorno prima con Anatol'.   
   «Perché tutto questo non può accadere insieme?» pensava a volte, in preda a un totale smarrimento. «Soltanto così sarei del tutto felice, mentre adesso sono costretta a scegliere, e so che senza uno dei due io non posso essere felice,» pensava. «Dire tutto quello che è successo al principe Andrej è impossibile. Ma anche nasconderglielo è impossibile. Con quest'altro nulla è sciupato; ma come potrei separarmi per sempre da questa felicità, dall'amore per il principe Andrej di cui sono vissuta così a lungo?»   
   «Signorina,» disse in un bisbiglio, con fare misterioso, una cameriera che era entrata nella stanza. «Una persona mi ha detto di consegnarvi questo.» La ragazza porse una lettera. «Ma, per amor di Dio...» disse ancora la ragazza, mentre Nataša, senza riflettere, lacerava la busta con un gesto meccanico e stava già leggendo la lettera d'amore di Anatol'. Non ne capiva una parola; capiva soltanto che quella lettera veniva da lui, dall'uomo che amava. «Sì, lei lo amava, altrimenti come sarebbe potuto succedere quello che era successo? Avrebbe potuto trovarsi fra le mani una lettera d'amore di lui?»   
   Nataša reggeva con mani tremanti quella appassionata lettera d'amore scritta da Dolochov per conto di Anatol', e, leggendola, ritrovava gli echi di ciò che, almeno così le sembrava, provava anche lei.   
   «Da ieri sera la mia sorte è segnata: essere amato da voi oppure morire. Non ho via d'uscita,» cominciava la lettera. Poi continuava dicendo di sapere come i suoi genitori non l'avrebbero mai concessa a lui, Anatol'; che le ragioni erano segrete e lui avrebbe potuto rivelarle soltanto a lei, ma che, se lei lo amava, sarebbe bastato che lei dicesse una parola: «sì» e nessuna forza umana avrebbe potuto ostacolare la loro

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