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   «Kuragin! Indietro!» gridò Dolochov. «Tradimento! Indietro!»   
   Presso il portone dove si era fermato, Dolochov stava lottando con il portiere che cercava di chiudere il cancello alle spalle di Anatol'. Con un ultimo sforzo Dolochov respinse il portiere e, afferrato per un braccio Anatol' che usciva correndo, lo trascinò fuori dal cancello e corse indietro con lui verso la trojka.   
   

   Capitolo XVIII   

   
   Mar'ja Dmitrievna aveva trovato nel corridoio Sonja che piangeva e l'aveva costretta a confessare tutto. Dopo essersi impadronita del biglietto di Nataša e averlo letto, Mar'ja Dmitrievna era entrata col biglietto in mano nella camera di Nataša.   
   «Infame, svergognata!» le aveva gridato. «Non voglio udir ragioni!»   
   Respinta Nataša che la guardava con occhi stupiti ma asciutti, l'aveva chiusa a chiave, e, dopo aver dato ordine al portiere di lasciar entrare le persone che si sarebbero presentate verso sera, ma di non lasciarle più uscire e aver ordinato al domestico di condurre quelle persone al suo cospetto, si era seduta in salotto, in attesa dei rapitori.   
   Quando Gavrila venne ad annunciarle che quelle persone erano riuscite a scappare, Mar'ja Dmitrievna si alzò contrariata e passeggiò a lungo per le stanze, le mani intrecciate dietro la schiena, riflettendo su quanto doveva fare. Dopo le undici, tastandosi in tasca la chiave, andò nella stanza di Nataša. Sonja era seduta nel corridoio e singhiozzava.   
   «Mar'ja Dmitrievna, lasciatemi entrare da lei, per amor di Dio!» disse.   
   Senza risponderle, Mar'ja Dmitrievna aprì la porta ed entrò.   

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