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pacate e come protettrici proprie dell'uomo importante abituato ai modi del gran mondo e della corte. Si avvicinò ad Anna Pavlovna, le baciò la mano, sporgendo verso di lei la testa calva, lucida e profumata, e sedette tranquillamente sul divano.   
   «Avant tout dites-moi, comment vous allez, chère amie? Tranquillizzatemi,» disse, senza cambiar voce e con un tono che dietro un compito interessamento, lasciava trasparire l'indifferenza e persino una certa ironia.   
   «Come si può star bene... quando si soffre moralmente? Se si ha una certa sensibilità com'è possibile mantenersi calmi, in tempi come questi?» esclamò Anna Pavlovna. «Passerete l'intera serata da me, voglio sperare...»   
   «E il ricevimento dell'ambasciatore d'Inghilterra? Oggi è mercoledì. Bisogna che mi faccia vedere,» disse il principe. «Mia, figlia verrà a prendermi e andremo insieme.»   
   «Credevo che il ricevimento di oggi fosse stato rinviato. Je vous avoue que toutes ces fêtes et tous ces feux d'artifice commencent à devenir insipides.»   
   «Se avessero saputo che lo desideravate, l'avrebbero rinviato,» rispose il principe, dicendo per abitudine, come un orologio caricato, cose che non pretendeva venissero credute.   
   «Ne me tourmentez pas. Eh bien, qu'a-t-on décidé par rapport à la dépêche de Novosilzoff? Vous savez tout.»   
   «Cosa posso dirvi?» rispose il principe in tono freddo e annoiato. «Qu'a-t-on décidé? On a décidé que Buonaparte a brûlé ses vaisseaux et je crois que nous sommes en train de brûler les nôtres.»   
   Il principe Vasilij parlava sempre con voce pigra, come un attore che

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