Indice   [800x750]    Website Info


   «Che cosa canteremo?» domandò.   
   «"La fonte",» rispose Nikolaj.   
   «Allora forza, presto. Boris, venite qua,» disse Nataša, «ma Sonja dov'è?»   
   Si voltò a guardare, e accorgendosi che la sua amica non era nella stanza, corse a cercarla.   
   Irruppe nella stanza di Sonja, ma non la trovò. Corse nella stanza dei bambini, ma Sonja non era nemmeno lì. Allora Nataša indovinò che Sonja doveva essere in corridoio seduta sul baule. Il baule nel corridoio era il luogo ove la giovane generazione femminile di casa Rostov sfogava le sue malinconie. E infatti Sonja, sgualcendo il suo vaporoso abito rosa era sdraiata bocconi sul sudicio piumino a strisce della njanja, lì sopra il baule, e piangeva a dirotto, il viso coperto con le mani, mentre le piccole spalle nude sussultavano. Il viso di Nataša, che tutto il giorno era stato così gaio e animato, proprio da giorno onomastico, a un tratto mutò: i suoi occhi si fecero immobili, poi il suo largo scollo fu percorso da un tremito e gli angoli delle labbra si piegarono in giù.   
   «Sonja! che cos'hai?... Che cosa ti è successo? Uh, uh, uh!...»   
   E Nataša, spalancando la sua grande bocca e diventando davvero brutta, si mise a piangere forte come un bambino senza saperne la ragione solo per il fatto che Sonja piangeva. Sonja avrebbe voluto alzare il capo e rispondere, ma non ne era capace e si nascondeva ancora di più. Nataša piangeva seduta sul piumino azzurro e intanto abbracciava la sua amica. Alla fine, Sonja si fece forza e, sollevatasi a sedere, cominciò a tergersi le lacrime e a raccontare.   
   «Nikolen'ka parte fra una settimana. Lo hanno... il foglio è uscito... me l'ha detto lui... Eppure io non piangerei,» Sonja mostrò un foglio di

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti