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la folgore e lo precipitava in un folle oblio di se stesso. Si fece portare il cavallo e si avviò verso il suo alloggiamento.   
   Nel fiume affogarono quaranta ulani nonostante le barche inviate a soccorrerli. La maggior parte tornò indietro, riguadagnando la riva donde erano partiti. Il colonnello e alcuni uomini attraversarono il fiume e risalirono a fatica l'altra sponda. Ma non appena usciti dall'acqua con le uniformi zuppe che gli si appendevano al corpo e ruscellavano d'acqua, si misero a gridare «Evviva!», guardando estatici il punto dove poco prima c'era Napoleone, ma dove adesso non c'era già più. E in quel momento si credettero felici.   
   La sera, fra due disposizioni, che ebbe a dare - una volta a introdurre al più presto in Russia false banconote, l'altra riguardante la fucilazione di un sassone, di cui era stata intercettata una lettera sulla quale dava informazioni sui movimenti dell'armata francese - diede anche una terza disposizione: che fosse assegnata la Légion d'Honneur, di cui Napoleone era il capo in persona, al colonnello polacco che, senz'alcun bisogno, si era gettato nel fiume. Quos vult perdere dementat.   
   

   Capitolo III   

   
   L'imperatore di Russia, da più di un mese era di stanza a Vilno a far riviste e manovre. Nulla era pronto per la guerra che tutti si aspettavano, e per la cui preparazione l'imperatore era venuto appositamente da Pietroburgo. Non esisteva un piano generale d'azione. Le perplessità e le incertezze, circa il piano che doveva essere accettato, fra tutti quelli che venivano proposti, non avevano fatto che aggravarsi, dopo un mese di permanenza dell'imperatore al quartier generale. Ognuna

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