tre anni tanti mutamenti si erano operati nella vita del principe Andrej; tante cose aveva pensato, meditato, veduto (aveva ormai viaggiato sia in Occidente sia in Oriente), che, arrivando a Lysye Gory, quel costume di vita immutato fin nei minimi particolari produsse in lui una strana, inattesa impressione. Imboccò il viale e il portone di pietra della casa di Lysye Gory come fosse entrato in un castello incantato immerso nel sonno. In quella casa regnavano la stessa gravità, la stessa pulizia, la stessa quiete, gli stessi mobili, gli stessi muri, gli stessi suoni, lo stesso odore e gli stessi visi, solo un poco invecchiati. La principessina Mar'ja era sempre la stessa ragazza timida e bruttina, ormai avviata a invecchiare e in preda alla paura e a quelle sempiterne sofferenze morali che aveva vissute negli anni migliori della sua vita senza utilità e senza gioia. Mademoiselle Bourienne era sempre la stessa ragazza civettuola che godeva gioiosamente di ogni istante della sua esistenza e si abbandonava alle speranze più liete per il suo avvenire. Tuttavia era diventata più sicura di sé, o così parve al principe Andrej. Dessalle, il precettore che aveva portato con sé dalla Svizzera, vestiva una redingote di taglio russo e parlava ai domestici in russo zoppicante; ma era sempre lo stesso istitutore di vedute limitate, virtuoso e pedante. Il vecchio principe era cambiato fisicamente solo per il fatto che in un angolo della bocca spiccava l'alveolo vuoto di un dente; intellettualmente era sempre lo stesso; ma appariva ancor più diffidente nei confronti di quanto accadeva nel mondo. Solo fra tutti Nikoluška era cresciuto, era cambiato, si era fatto colorito, aveva una folta capigliatura di riccioli bruni, e senza avvedersene quando rideva sollevava il labbro superiore della graziosa boccuccia nell'identico modo in cui lo sollevava sua madre, la piccola principessa morta. Lui solo non ubbidiva alla legge dell'immutabilità in