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l'hanno gli storici russi, i quali affermano che Napoleone fu attirato a Mosca dall'abilità dei condottieri russi. Qui, oltre alla legge della retrospettiva, onde tutto il passato si presenta come una preparazione all'evento che si è verificato, entra in gioco anche la reciprocità, che imbroglia tutte le carte. Un bravo giocatore che perde a scacchi è sinceramente convinto che la sua perdita sia dovuta a un proprio errore e ricerca quest'errore all'inizio del proprio gioco; ma dimentica che a ogni nuova mossa, a mano a mano che si svolgeva la partita, sono stati commessi altri errori del genere; che nessuna delle sue mosse è stata perfetta. L'errore sul quale concentra la sua attenzione gli appare evidente solo perché l'avversario se n'è valso. Ma quanto è più complicato il gioco della guerra, che si svolge in precise circostanze di tempo, e nel quale non c'è un'unica volontà che dirige delle macchine inanimate, ma tutto scaturisce dall'incessante interferire di diversi liberi voleri?   
   Dopo Smolensk, Napoleone cercò battaglia vicino a Dorogobu?, a Vjaz'ma, poi presso Carevo-Zajmišèe; ma per il concorso di varie circostanze contrastanti, fino a Borodino, a centododici verste da Mosca, i russi non poterono accettare battaglia. Da Vjaz'ma, intanto Napoleone aveva diramato l'ordine di puntare direttamente su Mosca.   
   Moscou, la capitale asiatique de ce grand empire, la ville sacrée des peuples d'Alexandre, Moscou avec ses innombragles églises en forme da pagodes chinoises!   
   «Eh bien?» disse Napoleone.   
   «Un cosaque de Platow dice che il corpo di Platov si congiunge con una grande armata, che Kutuzov è stato nominato comandante in capo. Très intelligent et bavard!»   
   Napoleone sorrise; ordinò di dare un cavallo a quel cosacco e di

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