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ordine di scaricare i propri bagagli dai cavalli venuti da Lysye Gory e di prepararli per la carrozza della principessina; quindi si recò dalle autorità.   
   

   Capitolo X   

   
   Dopo i funerali del padre, la principessina Mar'ja si chiuse nella sua stanza e non fece entrare nessuno. Alla porta si avvicinò la cameriera e disse che Alpatyè era venuto a chiedere disposizioni per la partenza. (Questo avveniva prima del colloquio di Alpatyè con Dron.) La principessina Mar'ja si sollevò appena dal divano sul quale stava sdraiata e attraverso la porta chiusa disse che non sarebbe partita; pregava soltanto di esser lasciata in pace.   
   Le finestre della stanza in cui la principessina era coricata, guardavano a ovest. Lei era adagiata sul divano, il viso rivolto alla parete; rigirava con le dita i bottoni del cuscino di cuoio, e non vedeva altro che quel cuscino, mentre la sua mente confusa le si concentrava su un unico pensiero: pensava all'irrevocabilità della morte, alla bassezza, finora ignorata, della propria anima, manifestatasi durante la malattia del padre. Avrebbe voluto pregare, ma non osava, non osava rivolgersi a Dio nello stato d'animo in cui versava. Rimase a lungo sdraiata in quella posizione.   
   Il sole era girato dalla parte opposta della casa, e gli obliqui raggi del tramonto illuminavano la camera e una parte del cuscino di marocchino sul quale era fisso lo sguardo della principessina Mar'ja. A un tratto il corso dei suoi pensieri si arrestò. Inconsciamente si sollevò, mettendosi a sedere; si accomodò i capelli, si alzò e andò alla finestra,

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