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Jakov Alpatyè e partiremo... ma voi non arrischiatevi...»   
   «Ma quale raggiro?» chiese stupita la principessina.   
   «Che volete che ne sappia... solo datemi retta... per amor di Dio. Ecco, chiedetene anche alla njanja. Dicono che non vogliono accondiscendere a partire come voi avete ordinato.»   
   «Non dire sciocchezze. E poi io non ho mai dato ordine che partissero...» disse la principessina Mar'ja. «Chiama Dronuška.»   
   Sopravvenne Dronuška e confermò le parole di Dunjaša: i contadini si erano radunati per ordine della principessina.   
   «Ma io non li ho mai chiamati,» ribatte la principessina Mar'ja. «Certamente tu hai travisato le mie parole. Io ho detto soltanto di distribuire loro il grano.»   
   Dron sospirò e non rispose.   
   «Se lo ordinate, loro se ne andranno,» disse.   
   «No, no, andrò io da loro,» rispose la principessina.   
   Nonostante le esortazioni di Dunjaša e della njanja volessero dissuaderla, la principessina Mar'ja usci sulla scalinata. Dron, Dunjaga e la njanja e Michail Ivanyè la seguirono.   
   «Probabilmente loro pensano che io offro il grano per convincerli a restare, mentre io me ne vado, abbandonandoli in balia dei francesi,» pensava la principessina. «Prometterò a tutti una provvista di viveri per un mese nella tenuta vicino a Mosca, e alloggi per tutti; sono convinta che Andrej avrebbe fatto ancor di più, se fosse stato al mio posto,» pensava, mentre nell'ombra del crepuscolo si avvicinava alla folla radunata sullo spiazzo davanti al granaio.   
   La folla si rinserrò e si mosse, e tutti in gran fretta si tolsero i copricapi. La principessina Mar'ja si avvicinava a passo svelto, tenendo

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