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Guardò senza capire il principe Vasilij e gli ci volle del tempo per capire che quel «colpo» era una malattia. Passando, il principe Vasilij disse qualche parola a Lorrain e proseguì verso la porta in punta di piedi. Non gli riusciva di camminare in punta di piedi e sobbalzava goffamente con tutto il corpo. Dopo di lui attraverso quella porta passarono la maggiore delle principessine, poi i sacerdoti e i chierici, e da ultimo varia servitù. Dietro la porta si udiva un tramestio; alla fine, sempre con la stessa faccia pallida ma ferma nell'adempimento del suo dovere, ne uscì di corsa Anna Michajlovna, e toccando il braccio di Pierre gli disse:   
   «La bonté divine est inépuisable. C'est la cérémonie de l'extrême onction qui va commencer. Venez.»   
   Pierre oltrepassò la porta camminando sul soffice tappeto e notò che anche l'aiutante di campo, la signora sconosciuta e qualcun altro della servitù si erano accodati a lui, come se ormai non occorresse più chiedere l'autorizzazione per entrare in quella camera.   
   

   Capitolo XXIII   

   
   Pierre conosceva bene quella grande stanza divisa da un'arcata e da colonne, tutta addobbata di tappeti persiani. La parte del locale oltre le colonne, dove a un lato aveva posto un grande letto di mogano chiuso da cortine di seta e all'altro una grande custodia a vetri piena di icone, era soffusa di una vivida luce rossa, come le chiese durante le funzioni serali. Sotto le guarnizioni metalliche delle icone, vivamente illuminate dal riverbero, c'era una lunga poltrona alla Voltaire, e sulla poltrona, contornata nella parte alta da candidi cuscini non ancora gualciti,

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