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contadini si erano irrigiditi, che in quel momento era imprudente contrariarli senza avere a disposizione un distaccamento militare, che forse sarebbe stato meglio mandar prima a chiamare i soldati.   
   «Glielo darò io il distaccamento militare... Io mi opporrò,» ripeteva insensatamente Nikolaj, ansimando in preda a un'irragionevole rabbia animalesca e al bisogno di sfogarla.   
   Senza riflettere su quello che avrebbe fatto, inconsciamente, Rostov si mosse verso la folla con passo rapido e deciso. E, quanto più si avvicinava, tanto più Alpatyè sentiva che quell'atto imprudente poteva invece dare buoni risultati. La stessa cosa sentirono anche i contadini, guardando la sua andatura rapida e, ferma e la sua faccia decisa e accigliata.   
   Dopo che gli ussari erano arrivati nel villaggio e Rostov si era recato dalla principessina, nella folla era sorta una certa discordia e molta confusione. Alcuni contadini si erano messi a dire che quei nuovi venuti erano russi e manifestavano il timore che si offendessero se non si lasciava partire la signorina. Dron era della stessa opinione, ma, non appena la espresse, Karp e gli altri contadini gli diedero addosso.   
   «Per quanti anni ti sei rimpinzato a spese della comunità?» gridò Karp. «Per te fa tutto lo stesso! Tu dissotterrerai la pentola, te la porterai via; a te che importa se le nostre case vanno in rovina o no?»   
   «È stato detto che si mantenga l'ordine, che nessuno se ne esca dalle case, che non si porti via neanche un granello di polvere, ecco tutto!» gridò un altro.   
   «Era il turno per tuo figlio di partire soldato, ma tu, perdio, il tuo caruccio l'hai risparmiato,» disse a un tratto rapidamente un vecchietto, dando addosso a Dron, «e il mio Vanka l'hai fatto arruolare. Eh, dovremo

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