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carrozza e proseguì oltre.   
   Pierre procedeva, dando occhiate ai due lati della strada, in cerca di visi conosciuti, ma dovunque, non incontrava altro che sconosciute facce militari, appartenenti a tutte le armi dell'esercito, che, tutte con lo stesso stupore, si voltavano a guardare il suo cappello bianco e il suo frac verde.   
   Soltanto dopo quattro verste, gli capitò di incontrare la prima persona di sua conoscenza e, rallegrandosi, gli rivolse la parola. Questo suo conoscente era uno dei medici militari di più alto grado. Procedeva verso Pierre in calesse, seduto a fianco di un giovane medico e, riconosciuto Pierre, fece cenno di fermarsi al suo cosacco, seduto a cassetta al posto del cocchiere.   
   «Conte! Eccellenza, come mai voi qui?» domandò il dottore.   
   «Be', ecco, volevo vedere...»   
   «Già, già, ce n'è da vedere...»   
   Pierre scese e si fermò a discorrere con il dottore, spiegandogli la sua intenzione di prender parte alla battaglia.   
   Il dottore consigliò Bezuchov di rivolgersi direttamente al comandante in capo.   
   «Perché trovarvi Dio sa dove durante la battaglia, sconosciuto fra estranei?» esclamò, scambiando un'occhiata con il suo giovane collega. «Il comandante in capo vi conosce e vi accoglierà benevolmente. Fate dunque così batjuška,» concluse il dottore.   
   Il dottore pareva stanco e indaffarato.   
   «Allora, voi pensate che... Ma, a proposito, volevo domandarvi ancora una cosa: dov'è, precisamente, la nostra posizione?» disse Pierre.   
   «La nostra posizione?» ribatté il dottore. «Non è una cosa che io possa

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