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vicino a un villaggio che si notava dentro una gola, là dove si levava un fumo di bivacchi e nereggiava qualche cosa.   
   «Quello è di nuovo lui» disse l'ufficiale (era il ridotto di ?evardino). «Ieri era nostro, ma adesso è suo.»   
   «Qual è dunque la nostra posizione?»   
   «La posizione?» disse l'ufficiale con un sorriso di soddisfazione. «Questa è una cosa che posso spiegarvi chiaramente, perché sono stato io che ho costruito quasi tutte le nostre fortificazioni. Ecco, vedete, il nostro centro è a Borodino, ecco là.» Ed egli indicò il villaggio con la chiesa bianca, di fronte a loro. «Lì c'è il traghetto sulla Kolo?a. Ecco lì, vedete, dove, in basso, si vedono quelle strisce di fieno falciato, lì c'è pure il ponte. Quello è il nostro centro. Il fianco destro, ecco dov'è... (e indicò all'estrema destra, in una gola lontana), là c'è il fiume Moscova, e là abbiamo costruito tre ridotti molto forti. In quanto al fianco sinistro...» e qui l'ufficiale fece una pausa. «Sapete, non è facile spiegarvelo... Ieri il nostro fianco sinistro era laggiù, ecco, a Ševardino, dov'è quella quercia; ma adesso abbiamo ritirato l'ala sinistra; adesso... ecco là, vedete quel villaggio e quel fumo? Quello è Semënovskoe, ed ecco lì,» e indicò il tumulo di Raevskij. «Solo che difficilmente la battaglia avverrà qui! Che lui abbia spostato da questa parte le truppe è un inganno; di sicuro egli le aggirerà a destra, dalla parte della Moscova. Ma sì, dovunque avvenga, domani saremo in molti a non rispondere all'appello!» disse l'ufficiale.   
   Un vecchio sottufficiale, che si era avvicinato all'ufficiale mentre questi faceva le sue spiegazioni, aspettava in silenzio che il suo superiore finisse di parlare, ma, a questo punto, evidentemente contrariato dalle parole dell'ufficiale, lo interruppe:   

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