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appena i diaconi, stanchi (era la ventesima funzione propiziatoria che cantavano) intonarono in modo pigro e abituale: «Salva dalle sciagure gli schiavi Tuoi, Madre di Dio,» e il sacerdote e il diacono rispondevano: «Giacché tutti in Dio a Te ricorriamo, come nostra incrollabile rocca e interceditrice,» su tutti i visi si riaccese quell'espressione di consapevolezza della solennità del momento che egli aveva visto sotto l'altura a Možajsk e, a tratti, su tanti e tanti visi che aveva incontrato quella mattina; e sempre più spesso si chinavano le teste, ondeggiavano capelli e risuonavano sospiri e colpi dei segni di croce battuti sul petto.   
   La folla che circondava l'icona a un tratto si aprì, premendo su Pierre. Qualcuno, probabilmente un personaggio molto importante a giudicare dalla fretta con cui si erano fatti in disparte al suo passaggio, stava avvicinandosi all'icona.   
   Era Kutuzov che stava ispezionando la posizione. Di ritorno a Tatarinovo, si era avvicinato alla funzione. Pierre lo riconobbe subito per la sua particolare figura che si distingueva da tutte le altre.   
   Con la giubba lunga sul corpo enorme, la schiena curva, la testa bianca scoperta e con il bianco occhio spento sul viso flaccido, Kutuzov si inoltrò in mezzo alla folla, con la sua andatura fluttuante e ondeggiante, e si fermò dietro al sacerdote. Si fece il segno della croce con gesto abituale, si abbassò fino a toccar terra con la mano e, con un pesante sospiro, chinò la testa canuta. Dietro a Kutuzov c'erano Bennigsen e il seguito. Nonostante la presenza del comandante in capo, che aveva attirato su di sé l'attenzione di tutti gli ufficiali superiori, miliziani e soldati continuavano a pregare senza guardarlo.   
   Quando la funzione ebbe termine, Kutuzov si avvicinò all'icona, si

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