l'invasione francese che aveva occupato la metà della Russia.
«L'amore!... Quella, ragazza, che mi sembrava piena di forze misteriose. Come l'amavo! Facevo progetti poetici sull'amore, sulla felicità con lei. Oh, caro ragazzo!» esclamò ad alta voce con rabbia. «Come no! Avevo creduto in un amore ideale che avrebbe dovuto conservarmi la sua fedeltà per un intero anno di assenza! Come la tenera colomba della favola, lei avrebbe dovuto languire lontano da me. E tutto invece è molto più semplice... Tutto questo è spaventosamente semplice, ignobile! Anche mio padre faceva costruire a Lysye Gory e credeva che quello fosse il suo posto, la sua terra, la sua aria, i suoi contadini, ma è arrivato Napoleone e, senza neanche sapere della sua esistenza, l'ha spazzata via dalla propria strada come una scheggia di legno, e tutta la sua Lysye Gory e la sua vita sono crollate. E la principessina Mar'ja dice che questa è una prova mandata dal cielo. Ma a che serve questa prova se lui non c'è più e non ci sarà mai più? Non c'è più! E dunque per chi la prova? La patria, la rovina di Mosca! E domani qualcuno mi ucciderà, forse e non un francese, ma uno dei nostri, come ieri un soldato ha scaricato il suo fucile vicino al mio orecchio, e verranno i francesi, mi prenderanno per i piedi e per la testa e mi scaraventeranno in una fossa per non sentire il mio fetore sotto il loro naso e si formeranno nuove condizioni di vita che saranno ugualmente normali per gli altri, e io non ne saprò nulla, e non ci sarò più.»
Guardò il filare delle betulle che brillavano al sole con il loro immobile colore giallo, con il loro verde e con le bianche cortecce.
«Morire... Che domani mi uccidano pure, che non ci sia più nulla di me... che tutto questo esista e io non esista più.» Si immaginò concretamente la propria assenza da questa vita. E quelle betulle con la