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cognato e del principe Andrej.   
   

   Capitolo X   

   
   Il 30 Pierre rientrò a Mosca. Nei pressi della barriera del dazio incontrò un aiutante del conte Rastopèin.   
   «Vi stiamo cercando per mare e per terra,» disse l'aiutante. «Il conte ha assolutamente bisogno di vedervi. Vi prega di recarvi da lui al più presto per una questione molto urgente.»   
   Senza passare da casa, Pierre prese una vettura di piazza e andò dal comandante supremo della città.   
   Il conte Rastopèin era arrivato in città soltanto quella mattina dalla sua villa di Sokolniki. L'anticamera e la sala d'aspetto della casa del conte erano piene di funzionari che si erano presentati dietro sua richiesta o per chiedere ordini. Vasil'èikov e Platov avevano già visto il conte e gli avevano spiegato che era impossibile difendere Mosca e che la città sarebbe stata abbandonata. Sebbene queste notizie venissero tenute nascoste agli abitanti, i funzionari e i capi delle varie amministrazioni sapevano che Mosca sarebbe caduta nelle mani del nemico, così come lo sapeva anche il conte Rastopèin; e tutti, per liberarsi delle loro responsabilità, venivano dal comandante in capo a chiedere come dovessero comportarsi nei settori loro affidati.   
   Nel momento in cui Pierre entrò in anticamera, dal gabinetto del conte usciva un corriere proveniente dal fronte.   
   Il corriere rispondeva con gesti di sconforto alle domande che gli venivano rivolte mentre attraversava la sala.   
   Mentre aspettava il suo turno, Pierre guardava con occhi stanchi i

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