che hanno abbandonato Mosca in questo modo? Te l'hanno detto per prenderti in giro e tu ci hai creduto. Sai quante nostre truppe stanno arrivando? Altro che abbandonare Mosca! Per questo c'è ancora l'autorità. Ecco, ascolta cosa dice la gente,» dicevano, indicando il giovane alto.
Presso le mura di Kitaj-Gorod un altro gruppetto di persone si stringeva intorno ad un uomo con un cappotto di lana crespa, che teneva in mano un foglio. «L'ordinanza, leggono l'ordinanza! Leggono un'ordinanza!» gridarono nella folla e la gente affluì verso il lettore.
L'uomo col cappotto di lana crespa leggeva il manifesto del 31 agosto. Quando tutta quella folla lo circondò, parve turbarsi, ma, alla richiesta del giovane alto che si era fatto largo fino a lui, cominciò a rileggere fin dal principio il manifesto con un leggero tremito nella voce.
«Domani mattina di buon'ora andrò da Sua Altezza Serenissima,» lesse egli («serenissima!» ripeté il giovane alto in modo solenne, sorridendo con la bocca e aggrottando le sopracciglia) per prendere accordi con lui, agire e aiutare le truppe a sterminare la canaglia; e allora anche noi li estirperemo...» continuò il lettore e si fermò. («Hai visto?» gridò trionfalmente il giovane alto. «Lui sì che agisce...») «e spediremo all'inferno i nostri ospiti; sarò di ritorno all'ora di pranzo e ci metteremo subito all'opera; agiremo, agiremo sino in fondo per eliminare le canaglie!»
Le ultime parole vennero lette in mezzo al silenzio assoluto. Il giovane alto chinò tristemente la testa. Era evidente che nessuno aveva capito quelle ultime parole. In particolare, le parole: «sarò di ritorno all'ora di pranzo» avevano, evidentemente, addirittura offeso il lettore e gli ascoltatori. Lo stato d'animo del popolo era intonato su un registro elevato, e quelle parole erano troppo semplici e comprensibili; erano le