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con una voce gradevole e pastosa, arrotando la erre e portando nell'atmosfera raccolta, triste e velata della principessina Mar'ja un mondo tutto diverso, spensieratamente allegro e soddisfatto di sé.   
   «Princesse, il faut que je vous prévienne,» soggiunse poi, abbassando la voce, «le prince a eu une altercation,» disse altercation con un'erre particolarmente arrotata e ascoltandosi con piacere «une altercation avec Michel Ivanoviè. Il est de très mauvaise humeur, très morose. Soyez prévenue, vous savez...»   
   «Ah! chère amie,» rispose la principessina Mar'ja, «je vous ai priée de ne jamais me prévenir de l'humeur dans laquelle se trouve mon père. Je ne me permets pas de le juger, et je ne voudrais pas que les autres le fassent.»   
   La principessina diede un'occhiata all'orologio e, accortasi che aveva già perduto cinque minuti del tempo che doveva dedicare al clavicembalo, si avviò spaventata verso la stanza dei divani. Fra le dodici e le due, in conformità all'ordine stabilito per la giornata, il principe riposava e la principessina suonava il clavicembalo.   
   

   Capitolo XXVI   

   
   Il canuto cameriere sedeva sonnecchiando e prestando ascolto al russare del principe nel grande studio. Dall'ala più lontana della casa, al di là delle porte chiuse, giungevano i difficili passaggi di una sonata di Djussek, ripetuti fino a venti volte.   
   In quel momento, alla scalinata d'ingresso giunsero una carrozza e un calesse. Dalla carrozza scese il principe Andrej, aiutò la sua piccola moglie a smontare e la fece passare avanti. Il canuto Tichon, in parrucca,

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