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   Il principe Andrej parve di nuovo assorto, come se cercasse di ricordare qualcosa.   
   « Potreste procurarmi un libro?» disse.   
   « Quale libro?»   
   « Un vangelo! Io non l'ho con me.»   
   Il dottore promise di procurarglielo, poi si mise a far domande al principe per rendersi conto di come stava. Il principe Andrej rispose di malavoglia, ma lucidamente, a tutte le domande del dottore; dopo un po' gli disse che avrebbe dovuto mettergli un cuscinetto sotto la testa, perché così stava scomodo e soffriva molto. Il dottore e il cameriere sollevarono il mantello che lo copriva e, non riuscendo a trattenere una smorfia per il greve odore di carne putrescente che esalava dalla ferita, si misero a esaminare quel punto terribile. Di qualcosa il dottore parve assai contrariato; qualcosa rifece in altro modo; rigirò il ferito facendolo gemere di nuovo, e per il dolore mentre lo rigiravano, perdette di nuovo conoscenza e cominciò a delirare. Ripeteva che gli procurassero al più presto quel libro e glielo posassero accanto.   
   «Che cosa vi costa!» diceva. «Io non ce l'ho; procuratemelo, per piacere; posatelo lì, solo per un momento,» insisteva con voce lamentosa.   
   Il dottore uscì nel vestibolo per lavarsi le mani.   
   «Razza di incoscienti, davvero!» disse al cameriere che gli versava l'acqua sulle mani. «È bastato che non gli badassi per un attimo e voi me l'avete girato proprio sulla ferita. Mi meraviglio come potesse sopportare un dolore simile.»   
   «Noi, però, avevamo cercato di mettergli qualcosa sotto... Ah, Gesù benedetto!» disse il cameriere.   
   La prima volta che il principe Andrej aveva capito dove si trovasse e

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