dettagliate, circostanziate disposizioni sugli immediati provvedimenti da adottare per spegnere l'incendio, per prevenire i saccheggi e riportare la calma fra gli abitanti. Ma Pierre non lo sapeva; tutto assorbito da ciò che l'aspettava, si tormentava come accade a chi si ostina a intraprendere un'impresa impossibile: impossibile non già per le difficoltà reali che presenta, ma per l'incompatibilità di tale impresa con la propria natura; soffriva, tormentato dal timore di dimostrarsi debole nel momento decisivo e di perdere in conseguenza la stima di se stesso.
Sebbene non sentisse e non vedesse nulla intorno a sé, indovinava la strada per istinto, e non si smarriva nei vicoli che lo portavano verso la Povarskaja.
A mano a mano che Pierre si avvicinava alla Povarskaja, il fumo si faceva sempre più intenso e l'aria diventava più calda per il fuoco degli incendi. Ogni tanto lingue di fuoco si levavano alte sopra i tetti delle case. Le strade erano più affollate, la gente che vi si incontrava era più inquieta, più allarmata. Ma Pierre, pur rendendosi conto che stava succedendo qualcosa d'insolito, non capiva che si stava avvicinando all'incendio. Percorrendo un sentiero che attraversava un vasto spiazzo di terreno non fabbricato, limitato da una parte dalla Povarskaja, e dall'altra dai giardini della casa del principe Gruzinskij, Pierre udì a un tratto, proprio dietro di sé, il pianto disperato di una donna. Si fermò, come riscuotendosi da un lungo sonno, e sollevò la testa.
Di fianco al sentiero, sull'erba secca e polverosa, stavano ammucchiate delle masserizie: materassi di piume, un samovar, icone e bauli. Per terra, vicino ai bauli, stava seduta una donna magra e non più giovane, con i denti superiori lunghi e sporgenti, che indossava un pellicciotto nero e una cuffietta. La donna, dondolandosi e continuando a ripetere