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quelque chose au jardin. Peut-être c'est son moutard au bonhomme. Faut être humain, voyez vous...»   
   «Où est-il. Où est-il?» domandò Pierre.   
   «Par ici! Par ici!» gli gridò il francese dalla finestra, mostrando il giardino dietro la casa. «Attendez, je vais descendre.»   
   Ed effettivamente un momento dopo il francese, un ragazzone dagli occhi neri e con una macchia su una guancia, in maniche di camicia, saltò fuori dalla finestra del pianterreno e, battuto un colpo sulla spalla di Pierre, corse con lui in giardino.   
   «Dépêchez-vous, vous autres,» gridò ai suoi compagni, «commence à faire chaud.»   
   Sbucato dietro la casa, su un viottolo ricoperto di sabbia, il francese tirò Pierre per un braccio, indicandogli uno spiazzo rotondo. Sotto una panchina in terra, giaceva una bambina di tre anni con un vestitino rosa.   
   «Voilà votre moutard. Ah, une petite, tant mieux,» disse il francese. «Au revoir, mon gros. Faut être humain. Nous sommes tous mortels, voyez-vous,» e il francese con la macchia sulla guancia tornò indietro di corsa verso i suoi compagni.   
   
   

   Capitolo XXXIV

   Quando Pierre, dopo un lungo giro attraverso vicoli e cortili, sbucò col suo fardello nel giardino del principe Gruzinskij, all'angolo della Povarskaja, sulle prime non riconobbe il luogo da cui era partito alla ricerca della bambina, tanto era ingombro di gente e di masserizie trasportate fuori dalle case. Oltre alle famiglie russe che si erano messe in salvo portando con sé la propria roba, c'erano anche parecchi soldati

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