immobili, frangiati da lunghe ciglia. Evidentemente, era consapevole della propria bellezza, e ne aveva timore. Quel viso colpì Pierre che, pur nella sua fretta, si voltò varie volte a guardarla passando lungo il recinto. Giunto in fondo al recinto senza aver trovato chi cercava, Pierre si fermò e si guardò intorno.
La figura di Pierre con la bambina in braccio dava nell'occhio, adesso, ancora più di prima, e attorno a lui si raccolse una piccola folla di russi, uomini e donne.
«Hai forse perduto qualcuno, buon uomo? Siete un nobile, vero? Di chi è la bambina?» gli domandavano,
Pierre rispondeva che la bambina apparteneva a una donna che indossava un pellicciotto nero e che poc'anzi era seduta con gli altri suoi bambini proprio lì, e domandava se qualcuno non sapesse dov'era andata.
«Ma dovevano essere gli Anferov,» disse un vecchio diacono, rivolgendosi a una popolana dal volto butterato. «Signore, abbi misericordia; Signore, abbi misericordia,» soggiunse poi col consueto timbro di basso.
«Macché Anferov!» esclamò la donna. «Gli Anferov sono partiti già questa mattina. La bambina dev'essere di Mar'ja Nikolavna o dell'Ivanova.»
Lui ha detto "una donna", mentre Mar'ja Nikolavna è una signora,» disse un domestico.
«Sapete, ha i denti lunghi, è molto magra...» disse Pierre.
«Allora è proprio Mar'ja Nikolavna. Sono scappati in giardino appena sono piombati qui questi lupi,» disse la donna indicando i soldati francesi.
«Oh, Signore abbi misericordia,» commentò di nuovo il diacono.