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esteriore fosse sempre la stessa, i piaceri di un tempo avevano perso per lui ogni fascino. Pensava spesso alla principessina, ma non come pensava a tutte le signorine che aveva incontrato in società, o come aveva a lungo pensato, e una volta con entusiasmo, a Sonja. Un tempo, come quasi tutti i giovani onesti, era solito pensare ad ogni ragazza come a una moglie potenziale, attribuendole nella propria fantasia le varie circostanze della vita coniugale: la vestaglia bianca, la moglie al samovar, la carrozza della moglie, i bambini, i loro rapporti con lei, maman et papa, ecc. ecc.; e queste immagini del futuro gli davano piacere. E invece, pensando alla principessina Mar'ja, a cui stavano per fidanzarlo, non riusciva a immaginarsi nulla di quella vita coniugale. Se anche tentava di farlo, tutto gli appariva deformato e falso. Provava soltanto un senso di penosa oppressione.   
   

   Capitolo VII   

   
   La terribile notizia della battaglia di Borodino, delle nostre perdite in morti e feriti, e la notizia ancora più terribile della perdita di Mosca, giunsero a Voronež verso la metà di settembre. La principessina Mar'ja, che aveva appena saputo dai giornali della ferita del fratello e non aveva di lui nessuna notizia precisa, si preparava a partire alla ricerca del principe Andrej: così aveva sentito dire Nicolas, che non l'aveva più incontrata.   
   Alla notizia della battaglia di Borodino e dell'abbandono di Mosca, Rostov non provò disperazione, rabbia, desiderio di vendetta o altri sentimenti del genere, ma improvvisamente tutto, a Voronež, gli parve noioso e irritante. Gli sembravano falsi tutti i discorsi che ascoltava,

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