credere a ciò che accadeva. Non potevano crederci, perché erano i soli a sapere cosa fosse, per loro, la vita, e perciò non capivano e non credevano che potesse loro essere tolta.
Pierre non voleva vedere, e si era di nuovo voltato dall'altra parte; ma di nuovo qualcosa, come un'esplosione spaventosa, colpì il suo udito e contemporaneamente vide del fumo, del sangue, e le facce pallide, spaventate dei francesi, che, di nuovo, facevano qualcosa vicino alla colonna, urtandosi a vicenda con le mani tremanti. Pierre, respirando a fatica, si guardava intorno come per chiedere: cos'è mai tutto questo? La stessa penosa domanda si poteva leggere in tutti gli sguardi che s'incrociavano via via con quello di Pierre.
Sul viso dei russi, su quello dei soldati, degli ufficiali francesi, su tutti i visi, senza eccezione, egli lesse lo spavento, l'orrore e la lotta che erano nel suo cuore. «Ma insomma, chi è che fa questo? Tutti costoro soffrono come me. Chi è, allora? Chi?» balenò per un istante nell'animo di Pierre.
«Tirailleurs du 86, en avant!» gridò qualcuno.
Condussero il quinto, quello che stava a fianco di Pierre, solo. Pierre non si rese conto di essere salvo, non capì che lui e tutti gli altri erano stati condotti lì soltanto per assistere all'esecuzione. Con un orrore sempre crescente, senza provare sollievo né gioia, restò immobile a guardare ciò che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Il quinto era l'operaio in camice da lavoro. Non appena i soldati gli misero le mani addosso, atterrito, fece un balzo indietro e si aggrappò a Pierre (Pierre, con un sussulto, se ne divincolò). L'operaio non era in grado di camminare. Lo trascinarono via per le ascelle, che urlava qualcosa. Quando lo ebbero portato fino alla colonna, ammutolì improvvisamente, come se a