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   L'ultimo periodo del suo soggiorno a Voronež era stato, per la principessina Mar'ja, il più felice della sua vita. Ormai l'amore che provava per Rostov non la tormentava, non la sconvolgeva più. Quell'amore riempiva tutta la sua anima, era diventato parte di lei, e lei non lottava più contro quel sentimento. Negli ultimi tempi la principessina Mar'ja si era convinta di essere amata e di amare, anche se mai lo confessava a se stessa in modo chiaro e definito. Se ne era potuta convincere durante il suo ultimo incontro con Nikolaj, quando lui era venuto a comunicarle che suo fratello si trovava con i Rostov. Nikolaj non aveva fatto nessuna allusione alla possibilità che ora, in caso di guarigione del principe Andrej, quest'ultimo avrebbe potuto riallacciare gli antichi rapporti con Nataša, ma la principessina Mar'ja aveva capito, dall'espressione del suo volto, che lui si rendeva conto di quella possibilità, e ci pensava. E nonostante ciò, l'atteggiamento di Nikolaj nei suoi confronti, cauto, delicato e affettuoso, non soltanto non era mutato, ma egli sembrava persino felice che la parentela con la principessina Mar'ja gli consentisse di esprimerle più liberamente la sua amicizia-amore: così almeno credeva la principessina Mar'ja. Lei sapeva di amare per la prima e l'ultima volta nella sua vita, sapeva di essere riamata; ed era felice, tranquilla sotto questo riguardo.   
   Questa felicità puramente spirituale, però, non solo non le impediva di sentire in tutta la sua intensità il dolore per il fratello, ma anzi, tranquillizzando il suo spirito, in un certo senso le permetteva di abbandonarsi in pieno al sentimento verso il fratello. Questo sentimento era così forte, al momento della partenza da Voronež, che quelli che l'accompagnavano, vedendo la sua espressione sofferente e disperata, erano convinti che si sarebbe ammalata lungo la strada; e invece proprio le

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