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difficoltà e le preoccupazioni del viaggio, che la principessina Mar'ja affrontò con tanta energia, diedero tregua al suo dolore, infondendole nuova forza.   
   Come sempre succede in questi casi, la principessina Mar'ja pensava unicamente al viaggio, senza ricordarne lo scopo. Ma avvicinandosi a Jaroslàvl, quando di nuovo cominciò a pensare a ciò che poteva attenderla - e non più fra qualche giorno, ma quella sera stessa - l'agitazione della principessina Mar'ja giunse al grado estremo.   
   L'hajduk, che era stato mandato avanti in città per informarsi dove stessero a Jaroslàvl i Rostov, e quali fossero le condizioni del principe Andrej, venne incontro, alla barriera della città, al resto del convoglio, in arrivo, vide e restò sbigottito nello scorgere il viso terribilmente pallido della principessina Mar'ja, affacciata al finestrino.   
   «Ho saputo tutto, eccellenza: i Rostov stanno in piazza, nella casa del mercante Bronnikov. Non è lontano, proprio in riva al Volga,» disse l'haiduk.   
   La principessina Mar'ja lo guardava con un'aria spaventata e interrogativa, senza capire perché lui non rispondesse alla domanda più importante: come stava suo fratello? Fu m.lle Bourienne che fece, per conto della principessina, quella domanda.   
   «Come sta il principe?» domandò.   
   «Sua eccellenza sta con loro, nella stessa casa.»   
   «Dunque è vivo,» pensò la principessina e chiese a bassa voce:   
   «Come sta?»   
   «I domestici dicono che sta sempre nelle stesse condizioni.»   
   Cosa significasse «nelle stesse condizioni» la principessina non stette a chiederlo e, dopo aver gettato uno sguardo di sfuggita, senza darlo a

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