Indice   [800x750]    Website Info


dallo stato febbrile e dai terribili dolori, ma che, vicino a Troica, quel pericolo era passato e al dottore era rimasto un solo timore: la cancrena. Ma anche questo pericolo era passato. Quando erano arrivati a Jaroslàvl, la ferita aveva cominciato a suppurare (Nataša, ormai, sapeva tutto circa la suppurazione, e altre cose del genere), e il dottore aveva detto che la suppurazione poteva avere buon esito. Era sopravvenuta la febbre. Il dottore aveva detto che quella febbre non era poi così pericolosa.   
   «Ma due giorni fa,» cominciò Nataša, «improvvisamente è avvenuto questo...», qui si trattenne dal singhiozzare. «Non so perché, ma vedrete voi stessa in che stato si trova...»   
   «S'è indebolito? È dimagrito?» domandò la principessina.   
   «No, non è questo, peggio. Vedrete. Ah, Marie, è troppo buono, lui non può, non può vivere, perché...»   
   

   Capitolo XV   

   
   Quando Nataša, con gesto abituale, aprì la porta, facendo passare avanti la principessina, quest'ultima si sentiva già in gola i singhiozzi. Per quanto si fosse preparata, sforzandosi di restare calma, sapeva che non avrebbe avuto la forza di vederlo senza piangere.   
   La principessina Mar'ja aveva capito cosa intendesse dire Nataša con le parole: gli è avvenuto questo due giorni fa. Intendeva dire che lui, improvvisamente, aveva ceduto, e quel cedimento, quell'intenerimento erano i sintomi di morte. Avvicinandosi alla porta, la principessina si raffigurava quel viso di Andrjuša che le era noto dagli anni dell'infanzia, tenero, mite, dolce, quel viso che tanto di rado aveva avuto in seguito, e che perciò le faceva sempre tanta impressione. Sapeva

Questo capitolo in: Inglese Francese Tedesco Avanti