Convinto, al solito, che non fosse bene ciò che era bene, ma tutto ciò che gli veniva in mente, Napoleone scrisse a Kutuzov le prime parole che gli eran passate per la testa, parole completamente prive di significato.
«Monsieur le prince Koutouzov,» gli scrisse, «j'envoi près de vous un de mes aides de camps généraux pour vous entretenir de plusieurs objets intéressants. Je désire que votre Altesse ajoute foi à ce qu'il lui dira, surtout lorsqu'il exprimera les sentiments d'estime et de particulière considération que j'ai depuis longtemps pour sa personne. Cette lettre n'étant à autre fin, je prie Dieu, Monsieur le prince Koutouzov, qu'íl vous ait en Sa sainte ed digne garde.
Moscou, le 30 Octobre, 1812. Signé:
Napoléon.»
«Je serais maudit par la postérité si l'on me regardait comme le premier moteur d'un accommodement quelconque. Tel est l'esprit actuel de ma nation,» rispose Kutuzov, e continuò a usare tutte le sue forze per impedire all'esercito di dar battaglia.
Per tutto il mese che durò il saccheggio di Mosca da parte delle truppe francesi e la tranquilla sosta delle truppe rosse a Tarutino, intervenne un mutamento nel rapporto di forze fra i due eserciti, sia nel morale che negli effettivi, a seguito del quale il maggior potere venne a trovarsi dalla partedei russi. Benché la situazione dell'esercito francese e la consistenza dei suoi effettivi fossero sconosciuti ai russi, tuttavia non appena il rapporto mutò, l'opportunità dell'attacco si rivelò immediatamente in un numero infinito di indizi. Essi fuorono: l'invio di Lauriston; l'abbondanza di approvvigionamenti concentrata a Tarutino; le informazioni che giungevano da ogni parte circa la mancanza d'iniziativa e