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Mosca fosse ancora in nostre mani, esso fu approvato dallo Stato Maggiore e messo in esecuzione. Kutuzov si limitò a scrivere che, così a lunga scadenza, le diversioni di truppe sono sempre difficilmente realizzabili. E, così, per risolvere le difficoltà che si presentavano, furono inviate nuove istruzioni insieme ad alcuni fiduciari che dovevano osservare le azioni di Kutuzov e riferirne.   
   Nell'esercito russo, inoltre, era allora in fase di riorganizzazione l'intero Stato Maggiore. Erano vacanti i posti di Bagration, che era stato ucciso, e di Barclay, che considerandosi offeso aveva lasciato il servizio. Si pensava con molta serietà a quale fosse il miglior partito: mettere A. al posto di B. e B. al posto di D. o, al contrario, D. al posto di A., e così via, come se da questo potesse dipendere qualcosa di più che la soddisfazione personale di A. e di B.   
   Nello Stato Maggiore, a causa dell'ostilità fra Kutuzov e il suo capo di Stato Maggiore, Bennigsen, della presenza dei fiduciari dell'imperatore, e di tutti quegli spostamenti in programma, si svolgeva un gioco di fazioni ancor più complesso del solito: A. scavava il terreno sotto i piedi di B., D. sotto quelli di S. e così via, in ogni possibile combinazione e direzione. In tutto questo reciproco farsi lo sgambetto, l'oggetto degli intrighi era per lo più l'impresa della guerra, che tutte quelle persone erano convinte di guidare; mentre l'impresa della guerra si svolgeva indipendentemente da loro, né più né meno di come doveva procedere, cioè senza mai coincidere con quel che gli uomini avevano escogitato, bensì scaturendo dal rapporto effettivo tra le masse. Tutte quelle elucubrazioni che s'incrociavano e s'imbrogliavano a vicenda, non erano altro che un riflesso, nelle sfere più alte, di ciò che comunque doveva succedere.   

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